Agricoltura: la pioggia di cenere lavica deve rientrare tra le calamità naturali

Approvato alla Camera dei Deputati un mio ordine del giorno (durante la votazione del collegato agricolo) che impegna il governo ad attivare, anche presso le competenti sedi europee, ogni utile azione volta a ricomprendere la pioggia di cenere vulcanica nell’elenco delle calamità naturali, in modo che gli agricoltori colpiti possano avvalersi del sostegno previsto dal fondo di solidarietà nazionale.
È il minimo che si potesse fare per gli imprenditori agricoli della Piana di Gioia Tauro e quelli delle province di Messina e Catania, che per due volte tra il 2013 ed il 2015, si sono visti negare l’attivazione dei sostegni economici in quanto la pioggia di cenere vulcanica non veniva riconosciuta tra le calamità naturali che potessero dar vita ai contributi.
Eppure sul mercato, gli agrumi colpiti dalle piogge di cenere vulcanica registrate tra Calabria e Sicilia dopo le ultime eruzioni dell’Etna, i loro prodotti non sono più considerati vendibili. Era l’ennesimo schiaffo agli agrumicoltori, dopo gli accordi internazionali che hanno di fatto reso più convenienti gli agrumi provenienti dal nordafrica.
Questo provvedimento dona nuovamente dignità all’agrumicoltura d’eccellenza della ‪#‎Calabria‬ e della ‪#‎Sicilia‬. In ogni caso il settore merita molte più attenzioni da parte della politica nazionale, ad oggi incapace di risollevarlo dalla crisi in cui è piombato. Ovviamente rimarremo vigili affinché il Governo mantenga l’impegno preso in aula.

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