Affilare le “armi” contro i furbetti della crisi dell’olio

Crisi olivicoltura, presto l’algoritmo contro i “furbetti dell’olio”.
Evitare che al danno della “mosca” si aggiunga anche la beffa della cattiva distribuzione delle risorse a sostegno dei produttori colpiti. E’ l’obiettivo del MoVimento 5 Stelle che sta mettendo a punto un algoritmo per rendere più efficace la gestione del rischio agricolo.
Sono molti i fattori che quest’anno, in tutta la penisola, hanno causato la crisi del settore olivicolo: il cambiamento climatico che ha favorito il proliferare della mosca olearia, l’assenza di una struttura capillare di allert fitosanitario e la scarsa cooperazione tra gli stessi produttori. Per contenere l’emergenza dobbiamo risolvere tre problemi.

Il primo: trovare subito risorse statali e regionali per compensare la grande perdita economica di molte aziende olivicole.
Il secondo: far arrivare le risorse a chi è stato effettivamente colpito.
Terzo: mettere a punto strumenti di prevenzione efficaci. Il M5S si sta adoperando per dare risposte a tutti e tre i problemi.

Bene i controlli che in questi giorni stanno effettuando i Nas. Controlli che dobbiamo assolutamente potenziare. L’idea alla base dell’algoritmo è individuare gli olivicoltori della regione, determinare la loro produzione media di olio degli ultimi tre anni e confrontare la perdita con l’annata 2014, individuare la percentuale di fatturato derivante da olio rispetto al totale in modo da garantire che le risorse vadano solo ai veri olivicoltori che trasformano in loco.
Poiché le risorse sono limitate, è fondamentale farle arrivare a chi si trova effettivamente in difficoltà. Non solo. Occorre prevedere, magari alleggerendo il peso fiscale, un sostegno anche ai frantoi che, in alcuni casi, per evitare alte perdite non hanno acceso nemmeno gli impianti. Per il futuro, invece, è necessario promuovere forme associative tra gli olivicoltori e inserire nel piano assicurativo nazionale anche questa nuova forma di danno. Misure già presentate dal M5S in una risoluzione, ora in discussione in commissione Agricoltura, a Montecitorio.

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