Il NO del MoVimento 5 Stelle al TTIP!


Questo fascicolo raccoglie tutti gli atti presentati in Parlamento, sia alla Camera che al Senato dai portavoce del Movimento Cinque Stelle, che affrontano il nodo del Transatlantic Trade and Investment Partnership, meglio noto come TTIP. Si tratta dell’accordo commerciale tra USA-UE per l’integrale liberalizzazione dei loro rispettivi mercati.
Tutti questi atti partono da una riflessione comune: che conseguenze avrà questo trattato per l’Europa, e per l’Italia in particolare? Una domanda fondamentale, che dovrebbe essere la base per stringere un’alleanza economica di questa portata e che, al contrario, chi sta gestendo questo accordo dall’alto sembra non essersi mai posto.

Liberalizzare i mercati in tutti i settori, dall’agroalimentare, al farmaco, dai servizi pubblici (come l’acqua) ai trasporti, degli appalti ai diritti di proprietà intellettuale. Insomma, un’intera realtà, quella europea, messa in mano, di fatto, alle multinazionali che rappresentano e rappresenteranno la sola faccia del potere del TTIP.

In questi atti parlamentari – interrogazioni, interpellanze, mozioni, ma anche lettere ai rappresentanti del Governo italiano – abbiamo tentato di portare all’attenzione dell’opinione pubblica l’esistenza di questo trattato e le sue possibili conseguenze, poiché il TTIP è un accordo “segreto” (citazione della risposta data al question time dello scorso aprile dal Ministro Guidi) che neanche tutti gli Stati Membri, e sottoscrittori, conoscono. Insomma, una duplice vergogna: quella della scarsissima trasparenza nella gestione di questo accordo, e quella dei suoi stessi contenuti.

Ma quali potrebbero essere le conseguenze più immediate? Innanzitutto una privatizzazione di quelli che oggi noi consideriamo e trattiamo come beni pubblici, vedi la questione dell’acqua. Poi l’estremo potere lasciato alle multinazionali che, sulla base di quanto disposto da questo trattato, potrebbero esercitare diritto di rivalsa nei confronti di uno Stato e citarlo in giudizio qualora questo decidesse di non sottostare a determinate regole. Insomma, l’Europa e l’Italia sarebbero nelle mani del potere USA.

Alcune delle conseguenze più rilevanti potrebbero interessare, poi, il settore dell’agroalimentare italiano, già compromesso da accordi, come quello UE-Marocco che oltre a toccare negativamente il mercato interno rischiano di portare sulle tavole prodotti di scarsa qualità. Il TTIP, per esempio, potrebbe dare il via libera alle importazioni di OGM - posto che gli USA cercano sbocchi per grano e soia e, in assenza di opportune salvaguardie; e comportare il rischio di chiusura di molte piccole aziende, poiché la frammentazione della proprietà agraria che caratterizza il nostro Continente comporta un’impari competizione con i grandi farmers statunitensi.
Insomma, quello che il TTIP potrebbe portare all’Europa ci sembra molto più un danno che un beneficio, perché il libero accesso al mercato non può voler dire mettere in discussione le tutele sociali che l’Europa ha conquistato negli anni e che l’America neanche conosce. Il TTIP è una operazione gigantesca che va molto al di là della creazione di una area di libero scambio e il suo impatto è destinato a cambiare per sempre il commercio internazionale.  Non siamo certo, per definizione, contro la liberalizzazione degli investimenti; sarebbe come dire non cogliere le opportunità, ma il fatto è che, in questo caso, non possiamo dire di giocare tutti con le stesse regole e quindi occorre dire no.
Oltretutto questo accordo, senza un’armonizzazione legislativa vera e propria, sarebbe una lotta ad armi impari per gli imprenditori dell’unione e anche in modo significativo per quelli italiani e produrrebbe una situazione simile a quella che contraddistingue le relazioni commerciali euro-cinesi dopo l’ingresso della
Cina nella nel WTO.

Insomma, con la nostra costante azione politica stiamo tentando di portare i cittadini italiani a conoscenza di questo accordo, del quale saranno gli unici a pagare le conseguenze. Stiamo, allo stesso tempo, tentando di spronare il Governo ad intervenire nelle competenti sedi per far sentire la propria voce e opporsi a quanto previsto dal TTIP. A breve chiederemo conto di questo trattato anche direttamente al Parlamento Europeo.
Tante azioni per un unico obiettivo: impedire la chiusura del Trattato… e non è detto che come cittadini ci rivolgeremo, alla fine, anche al Comitato europeo dei diritti sociali.

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