Contrastare gli sprechi alimentari



Secondo il “Global Food Losses and Food Waste”, nonostante la crisi, ben 1,3 miliardi di tonnellate di cibo vengono sprecate ogni anno nel mondo. Se in Europa la quantità annuale ammonta ad 89 milioni di tonnellate, 180 kg pro capite, in Italia ci fermiamo a 149 kg a testa di alimenti buttati, soprattutto prodotti freschi come pane, frutta e verdura. Per contrastare gli sprechi alimentari, nel gennaio 2012, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione per adottare misure urgenti per dimezzare i quantitativi di cibo che finiscono nei rifiuti entro il 2025, cercando al contempo di migliorare l’accesso al cibo per i cittadini più vulnerabili. E su questo solco, il Ministero dell’Ambiente ha adottato, ad ottobre 2013, il Piano nazionale di prevenzione dei rifiuti, all’interno del quale è stato inserito il Piano Nazionale di prevenzione dello spreco alimentare (PinPas). La questione è approdata alla Camera dei Deputati, dove le otto mozioni in discussione si sono trasformate in un atto congiunto di tutte le forze politiche, approvato all’unanimità.
Davanti a questi numeri c’è poco da esitareLa cultura antispreco, parte integrante delle abitudini dei nostri padri, deve ritornare in auge per sopprimere l’attuale insostenibile sistema. Un miliardo di persone sul pianeta soffre di malnutrizione, un altro miliardo si ammala per cause connesse all’eccessiva alimentazione, sovrappeso, diabete e malattie cardiovascolare: un assurdo paradosso. Ci sono sprechi in ogni passaggio della filiera sino all’inadeguata conservazione del cibo, all’errata interpretazione delle scadenze in etichetta che comporta per le famiglie italiane un dispendio correlato di 454 euro l’anno. Abbiamo anche chiesto al Ministro di aggiornare il Parlamento, entro fine 2014, sugli obiettivi del PinPas, ma non possiamo fare a meno di notare che l’anno prossimo ospitiamo l’EXPO con lo slogan ‘nutrire il Pianeta’, mentre fino ad ora abbiamo saputo dare solo l’esempio di come nutrire la corruzione e le infiltrazioni mafiose con gli appalti del cemento e del movimento terra. Non è ammissibile parlare di alimentazione sostenibile, diritto ad un’alimentazione sana, sicura e sufficiente, sventolando nella mega esposizione milanese le bandiere delle multinazionali Coca Cola, Starbucks, McDonald’s e persino, di Monsanto”.Il M5S ha focalizzato gli impegni al Ministro Martina sull’educazione alimentare, da effettuare in collaborazione con le scuole, in modo tale da rendere consapevole il consumatore degli sprechi di cibo, acqua ed energia e sul relativo impatto socio-economico ed ambientale. Al Governo Renzi viene richiesto di rivedere le regole che disciplinano gli appalti pubblici per i servizi di ristorazione e di ospitalità alberghiera, privilegiando le imprese attente alla riduzione a monte degli sprechi. Inoltre, si chiede di avvantaggiare le aziende che utilizzano alimenti italiani e stagionali e che pongono particolare attenzione alla grammatura, al contenuto calorico ed alla rotazione stagionale dei menù, nonché di prevedere una diversa articolazione delle informazioni contenute nelle etichette dei prodotti alimentari, integrando la data di scadenza commerciale con una relativa al termine utile per il consumo dell’alimento.

Qui il testo della nostra mozione.

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