Il (dis)servizio pubblico del TG3 Calabria


Durante un servizio del TG3 regionale di ieri, si esaltava il lavoro dei Senatori Gentile ed Aiello, che, cito testualmente:”Sono 20 milioni di euro i fondi che il Governo ha stanziato nella Legge di stabilità in favore della nostra regione, per fronteggiare l'emergenza [...] I fondi, ottenuti grazie all'impegno dei Senatori Aiello e Gentile, saranno destinati buona parte al capoluogo di regione...”.
In pratica l'informazione che passa al cittadino medio suona più o meno così: ”Aiello e Gentile hanno fatto avere 20 milioni alla Calabria”. La realtà è un po' diversa e credo debba essere raccontata. I Senatori Aiello e Gentile sono riusciti a far passare un subemendamento (in altri termini si tratta di una sorta di “postilla” aggiunta alla Legge) che concederebbe alla Regione Calabria quei famosi 20 milioni di euro. Purtroppo però il condizionale è d'obbligo, poichè l'iter della legge di stabilità non è concluso. La Legge, infatti, deve ancora passare in esame alla Camera e potrà essere ulteriormente modificato e l'emendamento eliminato. Dunque la Calabria NON ha ancora ottenuto i 20 milioni ed Aiello e Gentile si sono fatti promotori di una semplice proposta che ancora NON è stata definitivamente approvata. Naturalmente ci auguriamo tutti che la Calabria abbia gli aiuti necessari a ricostruire acquedotti, strade e tutto ciò che il nubifragio si è portato via. Mi auguro anche che le amministrazioni locali (se e quando arriverà il denaro) siano capaci di gestire efficacemente i fondi, destinandoli al bene...quello comune, non dei soliti amici. Io stesso, insieme ai miei colleghi del MoVimento Cinque Stelle e con l'aiuto degli attivisti del territorio, sto mettendo a punto qualche proposta che possa trasformarsi in un emendamento da aggiungere al Decreto quando verrà discusso alla Camera. Anche io quindi, al pari dei due Senatori, sarò artefice di una semplice proposta che, come la loro, potrà essere accolta o bocciata; ma non per questo mi fregio tramite comunicati stampa o spaccio sulla TV pubblica una semplice proposta per un aiuto concreto ed imminente. In questi ultimi giorni, uno dei termini più in voga nella mia città è "Sciacallo". L'appellativo è utilizzato contro coloro che, senza scrupolo alcuno, tentano di diffondere notizie, indiscrezioni e giudizi, volti a screditare l'avversario politico. La TV pubblica distorce l'iter formativo di una legge ed ai cittadini arrivano verità troppo diverse rispetto a ciò che accade realmente. Chiedo dunque a gran voce che il servizio pubblico conduca un più serio modo di fare informazione, la quale gioca un ruolo FONDAMENTALE in ciò che i cittadini sceglieranno in sede elettorale. Quindi una corretta informazione è VITALE per la vita democratica di un Paese. I partiti italiani, attraverso il controllo sul servizio pubblico d'informazione distorcono non solo la realtà, ma la democrazia.

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